L'isola di Cherso e il Lago Vrana
Autor: Elena Brožić, 13. 5. 2020.
Buon giorno ragazzi,
oggi faremo un viaggietto sull'isola di Cherso!
L'isola di Cherso, è la più grande isola dell'Adriatico è situata nella parte settentrionale del Golfo del Quarnero.
A sud, ad Ossero (Osor) tramite un ponte levatoio è collegata con l'isola di Lussino.
Arrivati a Cherso vi accoglieranno le pecore che qui sono più numerose degli abitanti!
Cherso è un'isola collinare, lunga 66km, larga da 2 a 12 km. La costa della lunghezza di 248 km nella parte occidentale e meridionale è frastagliata, ricca di golfi e di spiagge ghiaiose, mentre nella parte settentrionale ed orientale ci sono rocce ripide e aspre. Le cime dell'isola, Gorice 648 m e Sis 638 m offrono una vista stupenda su tutto il Golfo quarnerino che non lascia indifferente proprio nessuno.
Vista dalla cima Sis, da dove puoi ammirare le isole di Lussino, Veglia e Plavnik:
Vista verso Sis:
L'isola era abitata già agli inizi dell'età della pietra. L'isola testimonia una ricca eredità storico-culturale che va dai castellieri dei Liburni, dei resti di città antiche, di chiesette dell'inizio del periodo cattolico sparse per l'isola, dai monasteri e dai resti di città del periodo della Serenissima fino ai monumenti odierni.
Un fatto interessante è che l'isola non è abitata da serpenti velenosi, nonostante sia situata nella zona del Quarnero nella quale si trovano alcune specie di serpenti velenosi.
Il Lago di Vrana sull'isola di Cherso è una perla azzurra incastonata nel panorama carsico coperto di salvia e di ginepri che quasi d’improvviso si profilava in quella che sembrava una insenatura di mare. E invece era un lago, un autentico quanto incredibile fenomeno idrografico delle nostre isole e allo stesso tempo una risorsa di valore inestimabile.
E’ un fenomeno naturale nella zona carsica. Una risorsa immensa, vicinissima al mare, fornisce di acqua dolce e potabile le isole di Cherso e di Lussino.
Il lago è circondato dal bosco di pino ed è arricchito dalla presenza dei grifoni, che volano sopra, in modo elegante. Ha una superficie di 5,75 km2. Il livello del lago è superiore al livello del mare, mentre il suo fondo è 74 m sotto il livello del mare. E’ stato calcolato che la sua eta’ porebbe datare ad oltre due milioni di anni fa.
Anche prima della costruzione dell’acquedotto, l'acqua del lago era utilizzata per la fornitura di acqua, ma anche per il bestiame, la pesca ed il trasporto. Che il lago fosse molto importante fin dalla preistoria lo dimostrano i resti di numerosi edifici illirici nelle colline circostanti.
Una volta che le acque del lago venivano sfruttate dagli abitanti dei paesi vicini, in primo luogo per abbeverare il loro bestiame, era una pratica corrente di arrivare con i carri fin sulla riva per poter riempire botti e contenitori vari anche di terracotta (detti batalunga) del prezioso liquido per un normale uso familiare. Naturalmente tutto questo oggi è severamente proibito e per non inquinare la falda acquifera anche i greggi sono rigorosamente tenuti lontano.
Attualmente oltre al divieto più assoluto di avvicinarsi al lago c’è anche quello della pesca sulle sue acque. Bisogna dire che di pesci ce ne sono molti e di diverse specie come: lucci, lasche rosse, tinche, nonchè granchi e altri crostacei d’acqua dolce.
Ecco alcune foto della flora e fauna e del lago di Vrana:
Millefoglio d’acqua (Klasasti krocanj):
Najas marina (Vodena cvjetnica):
Il luccio (Štuka):
Tinca (Linjak):
Cavedano (Primorski klen):
Lasca rossa (Drlja):
Gambero (Bjelonogi rak):
Un’ultima nota sulla temperatura delle sue acque. A parte il fatto che il lago non si è mai gelato, la differenza è di minimi 4 gradi invernali e di massimi 25 estivi.
Allo stesso tempo, il lago nasconde una storia favolosa del genesi del lago e degli abitanti delle grotte in vicinanze: le fate.
E ora una delle leggende che per un luogo simile non poteva mancare. Quella più popolare e nota è certamente quella che si riferisce a una certa Gavanka, una principessa che pare avesse il suo castello sulle sponde dell’allora piccolissimo lago. Colei era una donna brutta e per questo anche cattivissima che continuamente maltrattava una sua sorella costringendola ai lavori più umili.
Quest’ultima un giorno, dato che si era innamorata di un povero contadino di un villaggio vicino e non potendo più della sorella, scappò dal palazzo. Quando la principessa se ne accorse, ordinò ai suoi armigeri di ricercarla. Questi partirono a cavallo e naturalmente trovarono la poveretta assieme al suo inamorato nascosti in una piccola grotta. Fatti prigionieri, tutti e due vennero subito portati nel castello e imprigionati. Per questo motivo i due piansero e piansero disperati. Le loro lacrime pian piano allagarono dapprima il castello e poi, come se fossero un torrente, cominciarono a uscire, a riempire il laghetto il cui livello continuò a crescere e crescere fino a raggiungere quello attuale. Il castello con la cattiva principessa e i suoi armigeri e i due innamorati rimase sul fondo e sembra che nelle giornate di tempesta le loro grida e i loro lamenti si sentano ritornare lungo le rive.
L'isola di Cherso è caratterizzata da grandi contrasti tra la sua parte settentrionale estremamente submediterranea con fitti boschi di quercia, di carpine, di olmo, di ippocastano e la parte media e meridionale di carattere estremamente mediterraneo ricco di pascoli e di una fitta macchia. Gli amanti della natura vi troveranno un'immensa ricchezza di piante (1300 specie) e di animali, con un eccezionale numero di specie endemiche. L'isola di Cherso è anche l'ultima dimora di un uccello molto raro, il grifone.
La zona più a Nord dell’isola è la più selvaggia e caratterizzata da boschi; qui si trova la vetta più alta di tutta Cherso, 648 metri. Troverete non solo percorsi magnifici da fare a piedi o in bicicletta, ma pure il “Centro visitatori e di recupero per grifoni - Beli”, in parte parco naturale, in parte riserva per la tutela del grifone, specie di avvoltoio oggi a rischio di estinzione. La sua fondazione risale al 1994 e si occupa attivamente della conservazione dell’habitat di questi maestosi uccelli.
Ai grifoni ci dedicheremo la prossima volta
Ciao ragazzi!
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